LUCIANA SERVIDIO

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Luciana Servidio

INTERVISTA A

Luciana Servidio

Luciana Servidio, autrice del Romanzo “Inaspettatamente Qui”, ci presenta la sua prova letteraria.

Nel Romanzo “Inaspettatamente Qui” Luciana Servidio lascia trapelare una parte del suo essere, fatta di viaggi, di conoscenza interiore, di auto-guarigione non convenzionale.

Lasciamo che siano i suoi stessi lettori a rivolgerle qualche domanda.

Luciana quanto c’è di autobiografico nel tuo libro? Naturalmente traspare parte del tuo mondo, dei tuoi interessi, ma hai preso spunto per la trama anche da eventi particolari della tua vita? Alcuni personaggi sono ispirati a conoscenze reali? I dialoghi nel tuo romanzo hanno una credibilità così marcata da sembrare riproposti letteralmente da esperienze vissute. Dicci qualcosa a riguardo.

Le vicende, i personaggi e le trame del mio Romanzo viaggiano contemporaneamente tra sogno e realtà. Ogni capitolo si snoda e fluisce in un continuum tra questi due mondi. Certamente, esiste un’impronta autobiografica che accompagna tutte le vicende, ma mentre scrivevo, sentivo che questo libro non era nato per raccontare la mia storia, ma per “raccontare la Vita”, attraverso il vissuto, i dialoghi, le intuizioni e la visione dei personaggi. Scrivere un’autobiografia é un pò come un canto ad una voce sola, mentre rendere protagonisti tutti i personaggi diventa un coro dove ogni voce porta il proprio contributo e valore. I dialoghi dei personaggi sono come colori diversi dello stesso arcobaleno, la cui funzione e bellezza é quella di farsi luce. Senza di questa, nulla nella vita avrebbe senso.

Il tema del viaggio è sempre presente nei romanzi, il Romanzo stesso è un viaggio che permette al lettore di scoprire e fantasticare mondi nuovi rimanendo seduto sulla poltrona di casa, magari vicino a un bel caminetto. Parlaci del tuo rapporto con il viaggiare, partendo da un lontano viaggio negli Stati Uniti che compisti da bambina.

Il viaggio é una bellissima metafora della vita e ad ognuno può servire compierlo nella modalità più utile. Viaggiare sin da piccola ha senza dubbio contribuito ad espandere la mia piccola visione di bambina, dandomi da subito l’opportunità di cogliere la bellezza della diversità, gli spazi infiniti, i linguaggi diversi e la vastità del mondo. È stato un imprinting straordinario di cui sono sempre stata grata ai miei genitori. Ma il bello del viaggiare é che, se lo permetti, ci condurrà a scoprire altri modi di viaggiare che sanno condurre in luoghi e dimensioni inimmaginabili.

Dalle pagine del Romanzo emerge un rapporto profondo della protagonista con la figura della madre, presenza costante che non svanisce neanche dopo la scomparsa fisica, ma continua a svolgere una funzione di faro. Anche in questo caso nelle vicende narrate c’è una trasposizione autobiografica?

Una madre é il nostro primo collegamento con il mondo e con la vita e resta tale fino alla fine dei nostri giorni. Non può non creare un legame profondo che prosegue anche quando il corpo fisico si spegne. Se il mio Romanzo ha preso vita, é grazie alla presenza “vivissima” di mia madre che, pur non essendo più con me, ha trovato il suo modo di ricordarmi la promessa che mi chiese di farle prima di andarsene: “Promettimi che scriverai un libro”.

Cosa pensi che il lettore possa trovare nelle pagine del tuo Romanzo? A noi della Casa dei Libri, fra i molti spunti emersi, piace soffermarci su due aspetti in particolare che la lettura ci ha trasmesso: il primo è l’invito a scoprire, sviluppare e coltivare i propri talenti (tutti ne abbiamo e dobbiamo inseguirli a tutte le età); infine ci piacerebbe ci dicessi qualcosa sulla gentilezza, l’accoglienza: terminata la lettura del romanzo ci siamo sentiti pervasi da queste attitudini positive dell’essere umano.

Mi auguro che nelle pagine del libro, i miei lettori sappiano cogliere tutti i colori dell’arcobaleno e che questo possa illuminare le loro vite, le scelte, le decisioni e rafforzare le proprie intuizioni. Mi auguro inoltre che il mio libro rafforzi in loro la capacità di scoprire e portare alla luce quei talenti a cui non hanno dato ancora voce. La gentilezza? Come diceva mia madre “la gentilezza fa bene a chi la dà e a chi la riceve”. Solo praticandola se ne scoprono bellezza e preziosità. Più ne dai, più ne ricevi, più si moltiplica. E poi, chi non desidera vivere in un mondo dove la gentilezza sia la normalità invece che l’eccezione? E soprattutto… non costa nulla e fa bene a tutti.